Io, tecnochauvinista pentito [2/2] - Alan Advantage

Nell’articolo precedente abbiamo visto come il tecnochauvinismo abbia portato alla distorsione della relazione esistente fra l’uomo e la tecnologia. La deliberata volontà di affidarsi ai computer si è ormai sviluppata in una cieca fiducia nei programmi e negli algoritmi delle macchine, si è perso l’obiettivo principale dello sviluppo tecno-scientifico: il semplificare e migliorare la vita umana. Più che averla come supporto, la morale tecnochauvinista vuole la tecnologia sovrana e l’uomo sempre più dipendente da essa.

Photo by Vlad Tchompalov on Unsplash

Tuttavia, la distorsione della relazione uomo-macchina non si ferma solo al loro rapporto di interdipendenza, ma si espande anche nei rapporti gerarchici umani. Infatti, uno dei dilemmi della morale tecnochauvinista è la centralizzazione del potere su una élite di esseri umani che regola la vita altrui con le proprie innovazioni. Questa ‘oligarchia’ di persone brillanti, inventori e imprenditori influenzerebbe, così, ogni aspetto della vita umana e sociale, dalla politica alla quotidianità.

In un articolo precedente, ad esempio, abbiamo già visto come l’ex-CEO di Uber, Travis Kalanick, abbia creduto di poter infrangere la legge e di potersi comportare come meglio credeva.

Inoltre, l’accentramento del ‘potere’ tecnologico nelle mani di pochi, ha creato una situazione in cui gli appartenenti a questa élite condividono dei tratti comuni ma soprattutto, condividono gli stessi tratti razziali e di genere: nel mondo dell’alta tecnologia, vi è stata spesso una vera e propria esclusione di stampo razziale e sessuale.

L’importanza della diversità sul posto di lavoro, poi, non rende giustizia solo alla dovuta meritocrazia. Su un piano puramente economico, ricerche del Massachusetts Institute of Technology hanno dimostrato l’esistenza di un’intelligenza collettiva per i gruppi di lavoro con una buona alchimia. Questo tipo di intelligenza si estende oltre le abilità cognitive dei singoli membri, migliorando la produttività e l’efficienza del lavoro. Inoltre, la tendenza a cooperare è strettamente legata alla presenza di elementi di sesso femminile, rendendo le donne fondamentali nei gruppi di lavoro per un’efficienza più alta.

Photo by Randy Fath on Unsplash

La presa di coscienza delle criticità descritte in precedenza sta conducendo, ad una velocità mai vista nella storia dell’umanità, ad una reazione continua che è parte cruciale del processo di adattamento e trasformazione in corso.

Quando Google lanciò Duplex a Maggio del 2018, ci fu grande clamore e stupore per la bontà della tecnologia; impressionò tutti la capacità di Duplex di colloquiare con un essere umano durante una chiamata telefonica, nella maniera più simile a quanto sarebbe stato fatto da un essere umano. Ma il giorno dopo ci furono anche molte reazioni negative; tantissimi si interrogarono sul se avessero gradito una telefonata da un “finto” essere umano e sui vari contesti, anche pericolosi, in cui questo sarebbe potuto accadere. È etico? È morale? Questa reazione immediata e post-sbornia tecnochauvinista ha portato Google a rivisitare una serie di aspetti ed a prevedere norme nell’utilizzo di Duplex a tutela delle persone coinvolte nell’impiego della tecnologia.

Quello che appare decisivo per il bene di tutta l’umanità è l’emergere del modello di “Society in the loop”, riassunto nella figura seguente.

“Society in the Loop” model

L’aspetto essenziale da considerare è che gli esseri umani e le macchine stanno evolvendo insieme.

Quindi, l’evoluzione della capacità tecnica può alterare in modo irreversibile ciò che la società considera accettabile (pensate ad esempio a come le norme sulla privacy sono cambiate a causa dei vantaggi forniti dagli smartphone e da Internet).

Mettere la società nel loop ci impone di colmare il divario tra le discipline umanistiche e quelle tecnico-scientifiche.

Il programma Re:Humanism di Alan Advantage è stato concepito proprio per dare un nostro contributo alla discussione; abbiamo iniziato con un Art Prize e proseguiremo con molte altre iniziative.

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